tasso fisso sta salendo

Il tasso fisso sta salendo?

L’Irs, tasso di riferimento per il tasso fisso, è aumentato da inizio anno. I mutui a tasso fisso ora costano di più ma niente allarmismi: l’aumento è minimo e non dovuto allo spread. Fermi invece i mutui a tasso variabile.

Nonostante a tenere banco sia la situazione politica italiana in perenne litigio con l’Europa con annesso spread impazzito, la novità di inizio autunno sembrerebbe, da un’indagine del Sole 24 Ore, che i primi a risentire di alcune scelte macroeconomiche siano i futuri mutui a tasso fisso, dati in rialzo da alcune banche italiane, a causa dell’aumento (minimo) dell’Irs.

Lo spread non c’entra con l’aumento del tasso fisso

Una delle parole più utilizzate e sentite negli ultimi mesi ma di cui la maggior parte delle persone non ne comprende il significato, è sicuramente spread: il differenziale tra BTp e Bund tedeschi su base decennale che gli analisti tengono d’occhio per capire la solvibilità dell’Italia in relazione al debito pubblico. In molti hanno, erroneamente, predetto che l’impennata dello spread comporterà dei rincari sui mutui per un “effetto domino”: si alza lo spread, si alzano gli indicatori che determinano le rate del finanziamento.

In realtà, come spiegato sul finire del nostro articolo, l’unico motivo per cui nel medio-lungo termine i tassi d’interesse potranno aumentare sarò per il maggior costo del denaro sostenuto dalle banche e non per il rincaro dello spread, incorrelato all’Euribor. Circa il 10-15% degli investimenti delle banche sono rivolti a bond e titoli di stato: se l’interesse sale il loro valore scende e gli istituti di credito vedono eroso il proprio capitale. Per rimanere stabili devono diminuire l’ammontare dei prestiti e per farlo possono, in futuro, aumentare i tassi per diminuire la quantità di denaro prestato (se indebitarsi costa di più alcune persone rinunceranno).

Le banche infatti prestano soldi che a loro volta ricevono in prestito: se a loro costa di più farsi prestare i soldi aumenteranno il prezzo del prestito del denaro ai propri clienti. E’ un concetto applicato anche a tutti i beni da tavola: se aumenta il prezzo di un bene a monte, più o meno velocemente anche a valle si registrerà un aumento. Va detto però che da Maggio, momento di insediamento del nuovo governo e primi dissidi con l’Europa e i mercati, le banche non hanno ancora ritoccato i tassi di interesse, vuoi per motivi di marketing, vuoi per motivi commerciali e quote di mercato, vuoi per la grande liquidità a disposizione.

BCE e FED fanno aumentare l’Irs

La BCE e la Federal Reserve (FED), la banca centrale americana, stanno attuando politiche macroeconomiche restrittive, volte cioè a far salire l’inflazione per generare un aumento dello speso totale che possa trainare consumi, produzione, occupazione e salari.

La BCE ha annunciato che terminerà il QE a fine anno, il processo di acquisto di titoli di stato volto a immettere liquidità nel sistema e a favorirne la circolazione nel mercato: gli effetti si sono visti, con famiglie e imprese che possono ora contare su tassi bassissimi per investire. Dall’altra parte dell’oceano invece la FED è più avanti: sta aumentando i tassi di interesse sui soldi che presta alle banche e quest’effetto traino sta colpendo anche il più lento mercato europeo, in timida ripresa dopo anni difficili.

Il primo effetto è stato l’aumento – minimo – dell’Irs, il tasso di riferimento per il tasso fisso; il valore è infatti passato da 0,87% di inizio 2018 a 1,07% dei primi di Ottobre. Un aumento minimo che però fa registrare nei mutui di UniCredit e Banco Bpm i primi aumenti sui tassi fissi proprio con l’inizio dell’autunno. Aumenti minimi (0,1%-0,2%) che però sono la prima inversione di tendenza dopo anni di caduta dei tassi stessi. Situazione che però non c’entra come detto con la situazione italiana e che per ora lascia i mutui a tasso fisso ancora su livelli molto vantaggiosi. L’Irs è inoltre un indice europeo, pertanto la situazione è uniforme nel resto d’Europa per tutti i mutuatari.

Situazione diversa e immutata invece per l’Euribor che viaggia su tassi stabili e negativi: i mutuatari a tasso variabili sono e saranno ancora in una botte di ferro.

Scrivo di mutui perché sogno di poterne fare uno. Adoro gli indovinelli; sai come si fa a tenere una persona sulle spine? Dopo te lo dico…

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