Cos’è il tasso BCE e a cosa serve?

Il tasso BCE (o tasso refi) è l’indicatore di riferimento ufficiale del costo del denaro nell’Eurozona ed è estremamente significativo della situazione economica europea: esprime la somma che le banche nazionali devono corrispondere alla banca centrale europea nel caso in cui questi istituti decidano di chiedere un prestito direttamente alla BCE.

La BCE è la Banca Centrale Europea (BCE) che governa nei 19 stati membri dell’unione Europea che hanno aderito alla moneta unica, la zona Euro, e definisce la politica monetaria, ed economica con l’obiettivo di mantenere la stabilità dei prezzi e preservare il potere d’acquisto dell’Euro.

Come viene stabilito il tasso BCE?

Il tasso BCE è composto da diversi parametri e viene stabilito da Eurotower, il centro economico direzionale di Bruxelles. Nel fissare questo tasso, i vertici della BCE tengono in considerazione l’interesse:

• per attività di rifinanziamento principale, attualmente pari allo 0.0%. Esso determina il costo del denaro e i tassi di cambio tra le principali monete ed è un ottimo riferimento circa la liquidità che la BCE mette a disposizione delle banche nazionali degli stati membri dell’Eurozona.
• per attività di rifinanziamento secondario, attualmente pari allo 0.25%.
• sui depositi BCE, che si aggira attorno al -0.40%.

Come è variato il tasso BCE negli ultimi anni?

Negli ultimi anni, il tasso BCE è variato notevolmente, diminuendo sempre di più e attestandosi sull’attuale 0.05%. Questo tasso è stato stabilito il 4 settembre 2014 e rappresenta oggi il minimo storico, che, come confermato dalla stessa BCE, non sarà ulteriormente ribassato.

Il tasso BCE iniziale stabilito nel giugno 2006 era pari al 2.75%, cresciuto esponenzialmente fino al luglio 2008, dove ha raggiunto il suo livello massimo, pari al 4.25%. Successivamente, il tasso BCE ha ricominciato a decrescere fino ad attestarsi al livello attuale.

Il tasso BCE ha vissuto periodi di crescita in concomitanza con momenti di crisi economica, guerre nei paesi esportanti materie prime e al conseguente innalzamento dei costi di questi prodotti grezzi. Per esempio, il tasso ha raggiunto una percentuale pari al 4.25% durante la crisi economica mondiale del 2008, mentre, nel 2011 il tasso BCE ha subito una crescita dello 0.5%, passando quindi dall’1% all’1.5%, nonostante ormai la BCE non modificasse il tasso da ben 2 anni. Ciò fu la conseguenza dell’innalzamento del costo del petrolio, dovuto alla guerra in Libia, ed alla crisi della Banca Centrale Giapponese, in seguito alla catastrofe radioattiva che ha colpito il paese.

Tasso BCE o Euribor?

Euribor (EURo Inter Bank Offered Rate) è un indicatore che viene utilizzato per il calcolo degli interessi variabili. Questo indice esprime il tasso interbancario a breve termine (da una settimana a un anno): varia, quindi, in relazione alla durata del prestito, ma non all’ammontare del capitale. Euribor muta di giorno in giorno e riflette il livello di solidità del sistema bancario europeo, ovvero il valore medio dei tassi di interessi relativi alle transazioni in zona euro.

Nel caso di stipulazione di un mutuo, l’indice corrisponde al valore del tasso al giorno della firma del contratto. Tale tasso viene poi sommato allo spread per calcolare il TAN (tasso annuo nominale).

Come conseguenza della crisi del 2008, Euribor subì un forte incremento: la bolla speculativa esplosa in quel periodo, causò la perdita di valore degli immobili e di qualsiasi tipo di investimento, riversando sul mercato una liquidità impossibile da sostenere per qualsiasi istituto finanziario europeo.

Tasso BCE e mutui

Per risolvere questo problema, la BCE emanò un decreto che permetteva alle banche di proporre dei mutui attraverso il nuovo tasso BCE, che doveva garantire un maggior controllo. Nonostante ciò, il tasso BCE non ottenne molto successo nell’immediato, soprattutto perché Euribor rientrò abbastanza velocemente nel range di controllo.

Ancora oggi, malgrado la sua scarsa diffusione, il tasso BCE può essere utilizzato come indicatore al momento della contrazione di un mutuo. In funzione della sua natura di stabilizzatore sui costi e sulle operazioni per i singoli soggetti, il tasso BCE è poco variabile. Per questa ragione, in fatto di sicurezza e stabilità, può offrire condizioni vantaggiose al mutuatario che desidera stipulare un mutuo per acquistare una casa senza incorrere in continui, e talvolta spiacevoli, variazioni di tasso (come può avvenire, per esempio, nel caso di Euribor).