Mutui sui Tassi. Cosa cambierà con l’aumento BCE all,1,50% ?

Era ampiamente previsto l’aumento dei tassi di interesse di un quarto di punto deciso dalla Banca Centrale Europea lo scorso 7 luglio. Il rialzo ha portato dall’1,25% all’1,50 % il tasso Ufficiale di Sconto e ha fatto salire allo 0,75% e al 2,25% quello sui depositi. La decisione si è resa necessaria, secondo il presidente della BCE […]

Era ampiamente previsto l’aumento dei tassi di interesse di un quarto di punto deciso dalla Banca Centrale Europea lo scorso 7 luglio.

Il rialzo ha portato dall’1,25% all’1,50 % il tasso Ufficiale di Sconto e ha fatto salire allo 0,75% e al 2,25% quello sui depositi. La decisione si è resa necessaria, secondo il presidente della BCE – la Banca Centrale Europea – Jean Claude Trichet, a causa dei “rischi in aumento per la stabilità dei prezzi”.

La Bce monitorerà da vicino lo sviluppo dell’inflazione, che nell’area dell’euro “resterà in futuro nettamente sopra il 2% nei mesi a venire. All’interno del processo produttivo restano rilevabili pressioni al rialzo, soprattutto per quanto riguarda i prezzi dell`energia e delle materie prime”.

Un rialzo atteso sui mercati
In realtà l’intervento di Trichet era già scontato dal mercato e gli indici euribor/’ target=’_blank’>Euribor nel mese di giugno hanno anticipato il rialzo portandosi all’1,50%.
L’aumento per un mutuo a tasso Variabile da 100.000 euro sarà in media compreso tra i 15 e i 25 euro al mese, ma se il mutuo prevede la Rata Costante, non ci sarà l’aumento della rata anche se la durata potrebbe allungarsi di circa 2 anni, anche se l’effetto di riduzioni successive gradualmente riaccorcerà la durata”. 

L’andamento dei tassi e le scelte delle famiglie

“Guardando a come il rialzo del costo del denaro  inciderà sul mercato dei mutui, c`è da considerare che i tassi sono stati tendenti al rialzo già dall’inizio dell’anno e questo ha gradualmente modificato le scelte delle famiglie”. Nel primo semestre del 2011 sono aumentate le richieste per finanziamenti a tasso variabile (o con Cap), che a giugno sono arrivate al 70% del totale. La preferenza verso il tasso fisso è invece arretrata al 30%, “dal momento che le migliori offerte si sono allontanate dal 4% del 2010 e sono ora a ridosso del 5%, un livello storicamente ancora basso e conveniente”.
Molti analisti però valutano che nel lungo termine le prospettive di rialzo dei tassi “non siano eccessive e che quindi il tasso variabile potrebbe restare al di sotto o in linea con questi valori di tassi fissi”.

 

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