Tasso variabile: conviene con aumento rata mutuo

Gli analisti del mondo dei mutui per la casa che consigliano di tenere il tasso variabile, anche con gli aumenti della rata mutuo.   Nonostante la Bce abbia alzato i tassi di uno 0,25% portando il tasso Bce all’ 1,25% e facendo crescere le rate dei mutui per la casa a tasso variabile, gli analisti […]

Gli analisti del mondo dei mutui per la casa che consigliano di tenere il tasso variabile, anche con gli aumenti della rata mutuo.

 

Nonostante la Bce abbia alzato i tassi di uno 0,25% portando il tasso Bce all’ 1,25% e facendo crescere le rate dei mutui per la casa a tasso variabile, gli analisti consigliano di non passare al tasso fisso.

 

Questo perché, anche se le rate dovessero salire di 100 euro, su un capitale finanziato di 100.000 euro, in previsione di successivi aumenti, non conviene passare al fisso considerando il suo 5,5%.

 

La decisione della Bce di aumentare il tasso Bce, e di conseguenza il tasso variabile, si farà sentire già dalla prossima rata mutuo per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile.

 

Ad esempio, chi ha un mutuo da 100.000 euro in 20 anni, sentirà un aumento della rata mutuo di maggio di circa 20 euro.

 

E nei prossimi mesi l’ aumento della rata mutuo a tasso variabile non sarà di 20 euro per il mutuo in 20 anni, ma oscillerà tra i 60 e i 90 euro in più.

 

Se le previsioni degli analisti del mondo dei mutui per la casa saranno esatte, con un possibile +2 punti percentuale di aumento del tasso euribor/’ target=’_blank’>Euribor, l’ aumento della rata mutuo sarà di 150 euro per un mutuo in 20 anni.

 

Chi vuole tutelarsi e risparmiare, temendo un ulteriore aumento delle rate del mutuo a tasso variabile, potrebbe rinegoziare il mutuo dal tasso variabile al tasso fisso.

 

Però purtroppo, il tasso fisso non è più al 4%.

 

Infatti l’ Eurirs è salito sopra il 4%, e se aggiungiamo lo spread, il tasso fisso può arrivare al 5,5%, che su 100.000 euro, andrà a formare una rata di 638 euro circa.

 

Inoltre, per chi ha già un mutuo prima casa in corso, una eventuale rinegoziazione dal variabile al tasso fisso comporta una rata incrementata di 90 euro al mese per un mutuo a 20 anni iniziato nel 2004,  per arrivare a 190 euro sul mutuo iniziato nel 2008.

 

Secondo alcuni, un variabile con CAP potrebbe essere un’ ottima alternativa, ma bisogna tenere conto che rispetto al tasso variabile classico è un po’ più caro, ed inoltre offre una protezione che non può superare il 6%.

 

Dunque, anche in questo caso la convenienza della rinegoziazione del mutuo non sembrerebbe così scontata, quindi per il momento è meglio tenere il tasso variabile, anche se con qualche aumento della rata di mutuo in più. 

 

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