Mutui per la casa, meglio tasso variabile di un tasso fisso

Il tasso Euribor prende di anticipo i futuri aumenti del tasso Bce, portandosi in aumento. Il tasso Euribor riuscirà a toccare. In tal caso è meglio stipulare direttamente un mutuo a tasso fisso. Purtroppo il tasso fisso non è più al 4%.   Infatti l’ Eurirs è salito sopra il 4%, e se aggiungiamo lo […]

Il tasso euribor/’ target=’_blank’>Euribor anticipa i futuri movimenti della Bce e si porta avanti aumentando i mutui per la casa a tasso variabile.

 

La Bce ha preferito rinviare entro l’ estate un altro aumento del tasso Bce e del costo del denaro, ma il tasso euribor/’ target=’_blank’>Euribor prende di anticipo i futuri aumenti del tasso Bce, portandosi in aumento.

Il tasso euribor/’ target=’_blank’>Euribor, quotato venerdì scorso all`1,27%, si è posizionato sopra il livello del tasso euro, mentre il valore trimestrale è arrivato già all`1,44%.

 

Il tasso Eurirs, parametro di aggancio per i mutui per la casa a tasso fisso, ha registrato nelle ultime settimane delle lievi diminuzioni, portando una sostanziosa differenza di rata tra mutui per la casa a tasso variabile e mutui per la casa a tasso fisso.

 Da una analisi effettuata da Mutuiperlacasa.com si nota che un mutuo da 100.000 euro a tasso fisso in 20 anni ha un tasso medio del 5,8%, con una rata che si aggira intorno ai 650 euro mensili.

 

Un mutuo a tasso variabile con lo stesso importo invece, ha un tasso variabile medio del 2,57% con una rata di 529 euro, con un risparmio di 121 euro al mese. Stessa cosa anche per i mutui per la a 30 anni: il tasso fisso è quotato in media al 5,14% con rata da 546 euro, il tasso variabile viene quotato in media al 2,69% con una rata mensile di 405 euro.

I Cap invece non se la passano bene, in quanto prodotti più costosi di un tasso variabile puro e con un tetto che difficilmente il tasso euribor/’ target=’_blank’>Euribor riuscirà a toccare. In tal caso è meglio stipulare direttamente un mutuo a tasso fisso.

Purtroppo il tasso fisso non è più al 4%.

 
Infatti l’ Eurirs è salito sopra il 4%, e se aggiungiamo lo spread, il tasso fisso può arrivare al 5,5%, che su 100.000 euro, andrà a formare una rata di 638 euro circa.
 
Inoltre, per chi ha già un mutuo prima casa in corso, una eventuale rinegoziazione dal variabile al tasso fisso comporta una rata incrementata di 90 euro al mese per un mutuo a 20 anni iniziato nel 2004,  per arrivare a 190 euro sul mutuo iniziato nel 2008.
 
Secondo alcuni, un variabile con CAP potrebbe essere un’ ottima alternativa, ma bisogna tenere conto che rispetto al tasso variabile classico è un po’ più caro, ed inoltre offre una protezione che non può superare il 6%.

 
Dunque, anche in questo caso la convenienza della rinegoziazione del mutuo non sembrerebbe così scontata, quindi per il momento è meglio tenere il tasso variabile, anche se con qualche aumento della rata di mutuo in più. 
 

Anche se l’ aumento del tasso variabile è sicuro, la scelta di stipulare mutui per la casa a tasso variabile diventa la più conveniente, soprattutto se il nuovo mutuatario è in grado di fronteggiare aumenti di rata.

 

Il tasso fisso sarebbe conveniente soltanto se il costo del denaro aumentasse di almeno un 2,5% costante per tutta la prima metà di vita del mutuo. Bisogna fare attenzione: prima di scegliere il tasso variabile bisogna valutare se si è in grado di far fronte ad aumenti di almeno il 40-50% della rata.

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