La trasparenza sostanziale nei rapporti banca/cliente

La trasparenza: tutela formale o reale del cliente? Questo l`interrogativo dell`incontro di Banca d`Italia nel Convegno Compliance AICOM-DEXIA Crediop. L’incontro dedicato al tema della trasparenza nei rapporti tra intermediari e clienti, si è sviluppato intorno a un interrogativo: se la tutela del cliente – per le regole che la disciplinano, per gli interventi delle Autorità […]

La trasparenza: tutela formale o reale del cliente? Questo l`interrogativo dell`incontro di Banca d`Italia nel Convegno Compliance AICOM-DEXIA Crediop.

L’incontro dedicato al tema della trasparenza nei rapporti tra intermediari e clienti, si è sviluppato intorno a un interrogativo: se la tutela del cliente – per le regole che la disciplinano, per gli interventi delle Autorità di settore, per il comportamento concreto degli operatori – sia reale o formale. Nella visione della Banca d`Italia la risposta non può che essere una: la tutela deve essere reale.

 

Prodotti trasparenti e correttamente collocati, che riflettano le esigenze e la propensione al rischio dei clienti, non sono solo un beneficio per questi ultimi; lo sono anche per le banche, per il sistema finanziario e per l’economia nel suo complesso. E’ questo uno degli insegnamenti che si possono trarre dalla crisi finanziaria.
Lo sforzo cui ciascuno è chiamato nell’ambito delle proprie competenze – le Autorità nel ruolo di regolatori e supervisori e gli intermediari in quello di attori del mercato – dovrebbe quindi concentrarsi su come individuare le migliori soluzioni da adottare affinché la trasparenza non venga vissuta come un adempimento burocratico ma costituisca un principio cui ispirare il concreto operare

 

La crisi e la crescente attenzione verso la trasparenza La trasparenza è un valore in tutte le relazioni: tra persone, tra imprese, tra istituzioni, nei rapporti tra privati e poteri pubblici. Nei rapporti economici la trasparenza verso il cliente costituisce un fattore di successo per qualsiasi impresa; per le banche è cruciale, perché alimenta quella fiducia che è il fondamento stesso dell’attività bancaria.
La crisi ha confermato ciò che la letteratura ha da tempo messo in evidenza sul funzionamento dei mercati finanziari. La natura delle transazioni, la tipologia di prodotti offerti, le specificità cognitive e comportamentali delle persone, la presenza di rilevanti asimmetrie informative, che tendono ad accentuarsi nelle fasi di tensione, rendono necessario un intervento pubblico a tutela della trasparenza e della correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti; trasparenza e correttezza che il mercato da solo non è in grado di assicurare.
L’esperienza della crisi ha mostrato quanto forte sia il nesso tra tutela della clientela, equilibri patrimoniali degli intermediari e stabilità stessa del sistema finanziario.
All’origine della crisi, infatti, vi sono relazioni creditizie altamente rischiose (è il caso, ad
esempio, dei mutui subprime) avviate senza una sufficiente considerazione dei rischi che ne
sarebbero derivati sia per i clienti che per gli stessi finanziatori; vi hanno contribuito modalità
distributive perverse (quelle seguite, ad esempio, dai cosiddetti mortgage brokers) che, lungi
dall’incentivare l’instaurarsi di relazioni corrette e trasparenti, premiavano esclusivamente la
crescita dei volumi.
E’ inoltre risultato evidente che correttezza, fiducia e reputazione influenzano non solo la
qualità dell’attivo degli intermediari ma anche la loro capacità di raccogliere fondi sui mercati, e
quindi il rischio di liquidità. Non è un caso che gli intermediari che hanno saputo costruire nel
tempo una solida base di raccolta al dettaglio hanno retto alla crisi meglio di altri, proprio grazie
alla fiducia che hanno saputo conquistarsi attraverso relazioni corrette e trasparenti con la
clientela.

In alcune delle giurisdizioni che dopo lo scoppio della crisi hanno rivisto l’architettura dei
controlli sul sistema finanziario – è il caso, ad esempio, degli Stati Uniti e della Francia ? è stata
dedicata una specifica attenzione al tema della protezione del cliente e alla sua rilevanza per la
stabilità.

 

Nell’Unione europea le nuove autorità preposte alla vigilanza microprudenziale sul
sistema finanziario (tra cui la European Banking Authority, EBA) annoverano nel proprio
mandato la tutela del consumatore; tra le numerose iniziative promosse dalla Commissione
dopo la crisi, inoltre, diverse sono relative ai rapporti tra gli intermediari e la clientela.

 

In questo contesto si inserisce la riforma realizzata l’anno scorso in Italia. Sono state
integrate le finalità della vigilanza svolta dalla Banca d’Italia: agli obiettivi di natura prudenziale
è stato affiancato, con pari dignità, quello di assicurare la trasparenza delle condizioni
contrattuali e la correttezza dei comportamenti degli intermediari. Sono stati potenziati i poteri
di controllo dell’Istituto.

 

Fonte: Convegno Compliance Banca d`Italia

Continua a leggere

Articolo precedente

Mutui a tasso fisso oggi, si o no?

Articolo successivo

Quale futuro per il fondo di sospensione mutui per la casa?