Imprese e aumento tassi Bce: novità.

Tutte le medie e piccole imprese restano in attesa di sapere quale decisione prenderà la Bce sull` aumento tassi Bce nella riunione del 7 Aprile.   Le previsioni del mercato vanno tutte in salita, rafforzate dall’ analisi Eurostat che riposta l’ inflazione in aumento di uno 0,2 portandosi a 2,6%, rispetto al 2,4% di febbraio. […]

Tutte le medie e piccole imprese restano in attesa di sapere quale decisione prenderà la Bce sull` aumento tassi Bce nella riunione del 7 Aprile.

 

Le previsioni del mercato vanno tutte in salita, rafforzate dall’ analisi Eurostat che riposta l’ inflazione in aumento di uno 0,2 portandosi a 2,6%, rispetto al 2,4% di febbraio.  

Ci sarà un probabile aumento di ¼ di punto percentuale, salvo sorprese dell’ ultimo minuto. E questo aumento può non essere l’ ultimo di questo 2011.

 

Come reagiranno le medie e piccole imprese, avendo pure subito un aumento del prezzo delle materie prime,  se i tassi Bce dovessero aumentare?

 

Secondo Confindustria, ci potrebbe essere un aumento dell’1% su finanziamenti inferiori ad un milione di euro entro la fine del 2012.

Tradotto, per le piccole imprese significare avere un rincaro di 3 miliardi in più di interessi passivi da pagare a medio termine.

E’ possibile che la Bce decida di aumentare quattro volte i tassi Bce di ¼ di punto per ciascun aumento entro la fine del 2012. Due per ogni anno.

 

Secondo Bruno Di Stasio, presidente della Piccola industria di Torino,  vi è un rischio effettivo di un “credit crunch” ovvero quella stretta creditizia che avviene dopo un’espansione economica di grandi dimensioni.

 

Infatti afferma: “Durante la crisi, le aziende hanno beneficiato di tassi Bce eccezionalmente più bassi che hanno bilanciato l`aumento degli spread e i ritardi dei pagamenti”.

 

“Negli ultimi due anni si è passati dallo 0,50-1% al 1,5-2% sui tassi Bce. Ora invece ci è una doppia paura. Quella di un aumento dei tassi, tra cui i tassi euribor/’ target=’_blank’>Euribor, che dovrebbero andare al 2%, e quello più pesante degli spread. Se nel 2008 gli spread erano il 20% del costo del denaro, oggi arrivano al 40% e si rischia di arrivare, purtroppo, al 50%”.

 

Parla anche il Vice-Presidente di Confindustria Lombardia, Ambra Redaelli: “La crisi economica e il problema dell`accesso al credito avuto inizio nel 2008 ha avuto anche risvolti positivi; dalla primavera del 2009, infatti, banche e le medie e piccole imprese hanno cercato di trovare una soluzione che andasse a favore di tutti”.

 

Continua: “Un aumento dell`1% dei tassi Bce sui finanziamenti a breve e a medio termine sarebbe un problema per le medie e piccole imprese già indebitate per i prezzi delle materie prime, sugli investimenti e nei ritardati pagamenti. Ma ora esistono degli strumenti per superare tutto questo: il fondo di garanzia, la disponibilità della cassa depositi e prestiti a finanziare le banche nel sostegno alle medie e piccole imprese imprese e l`avviso alla seconda proroga“.

 

Ambra Radaelli conclude con un esempio della situazione attuale sulle piccole imprese e sui tassi Bce.

 

“Oggi le medie e piccole imprese con un merito di credito basso, se chiedono un finanziamento, hanno la possibilità che non gli venga accettato perché adeguando lo spread al rischio, si ottiene un costo del finanziamento che sfiora il tasso d`usura”.

“Sembra quasi un paradosso che le medie e piccole imprese chiedano un aumento della soglia d`usura, ma l`esempio rende l`idea della complessità dei problemi che banche e le medie e piccole imprese affrontano quotidianamente e che solo in un lavoro di cooperazione possono essere risolti”.

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