Impatto del taglio BCE sui tassi del mutuo

La Bce ha recentemente  ridotto il costo del denaro di 25 punti base (tanto vale il taglio dall’1,5% all’1,25%). Ma che effetti avrà questa misura sui mutui? Il Sole 24 Ore ha pubblicato un’interessante analisi in merito, che riportiamo qui di seguito.    Il taglio comporterà in media un risparmio annuo compreso fra i 100 […]

La Bce ha recentemente  ridotto il costo del denaro di 25 punti base (tanto vale il taglio dall’1,5% all’1,25%). Ma che effetti avrà questa misura sui mutui? Il Sole 24 Ore ha pubblicato un’interessante analisi in merito, che riportiamo qui di seguito. 
 
Il taglio comporterà in media un risparmio annuo compreso fra i 100 e i 150 euro per ogni 100mila euro presi a prestito. Maggiore è il debito residuo e la durata del mutuo, maggiore sarà il risparmio.
 
Questo però vale in teoria, perché i finanziamenti per la casa indicizzati direttamente al tasso Bce sono una minima parte. La maggioranza segue invece i valori del tasso euribor/’ target=’_blank’>Euribor, che si adegua gradualmente alle decisioni prese a Francoforte (venerdì la scadenza a 3 mesi è scesa dall`1,58% all`1,48%) e che in questo momento è su livelli più elevati del «normale» per le difficoltà attraversate dal sistema bancario. Non vi sono invece effetti su un mutuo a tasso fisso.
 
La decisione sulla tipologia di mutuo deve prescindere dalle considerazioni sui tassi nel breve periodo: il finanziamento si porta avanti per decenni e la situazione del momento può cambiare. La scelta attiene ad altre considerazioni, soprattutto alla situazione reddituale di un nucleo familiare.
Detto questo, chi scegliesse di passare adesso al variabile potrebbe molto probabilmente ottenere uno «sconto» sulla rata, visto che si possono trovare tassi a partire dal 3,5% (contro il 5-6% medio dei fissi in corso).
 
Il problema è che i prodotti in questo momento sul mercato hanno spread (cioè il ricarico applicato dalla banca al tasso di base) molto elevati che, a meno di nuove sostituzioni o surroghe, dovranno essere mantenuti per tutta la durata del prestito e, nel caso del variabile, potrebbero mettere in difficoltà il mutuatario quando i tassi torneranno inevitabilmente a salire.
 
 
 

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