Destra o sinistra? Come orientarsi nei mutui post-elezione

Nelle ultime settimane in mutuiperlacasa una domanda frequente che per ovvi motivi abbiamo deciso di non inserire nella sezioni delle FAQ è : ma se vince la destra che mutuo mi conviene scegliere? E se vince il centrosinistra? La risposta è molto difficile e i nostri consulenti mutui cercano di evitare un consiglio politcally oriented,  […]

Nelle ultime settimane in mutuiperlacasa una domanda frequente che per ovvi motivi abbiamo deciso di non inserire nella sezioni delle FAQ è : ma se vince la destra che mutuo mi conviene scegliere? E se vince il centrosinistra?

La risposta è molto difficile e i nostri consulenti mutui cercano di evitare un consiglio politcally oriented,  tentando nei limiti del possibile di prevedere uno scenario economico post 25 Febbraio.

Come già anticipato nel precedente articolo, ribadisco che chiunque vincerà si troverà a combattere contro uno spread Bund-BTP in forte rialzo ed una moneta unica troppo valutata rispetto al dollaro. Se quest’ultima non inciderà sul costo del denaro, ma piuttosto sulle esportazioni, lo spread Germania-Italia potrebbe “costringere” le nostre banche a re-investire sui titoli di stato anziché sulle famiglie. Di fatto i mutui potrebbero mantenersi cari anche dopo le elezioni a meno che chi ci governerà non detterà regole ferree agli istituti di credito su come impiegare i propri capitali.

Nel dubbio, essendo ormai passato di moda il Mutuo Variabile col Cap, quello con il tetto massimo sugli interessi, che soli 3 anni fa ebbe un successo clamoroso grazie al Monte Paschi con il Mutuo Cap al 5,50%, che tutti ricorderanno, ma che a conti fatti, visto l’epilogo non gli ha giovato fortuna, la scelta del mutuo oggi, in questo scenario economico non resta che una rata flessibile.

Nell’incertezza di ciò che sarà il destino politico dell’Italia e del suo sistema economico nell’area Euro, essere troppo azzardati con un mutuo a tasso variabile potrebbe essere rischioso. Di contro, un mutuo a tasso fisso per tutta la durata risulterebbe una scelta eccessivamente prudenziale, e con un minimo di sano ottimismo sul futuro della nostra nazione, un mutuo a rate fisse con possibilità di cambiamento potrebbe rivelarsi la scelta migliore.

Variare un mutuo a Tasso Fisso dopo 3 o 5 anni, comporta infatti 2 grandi benefici. Il primo è quello di conoscere per una durata di 36 o 60 mesi la rata che si pagherà, aspettando tempi migliori, il secondo è che bloccando un mutuo a tasso fisso per 5 anni, solo 5 anni, il tasso d’interesse sarebbe più basso di almeno 1% rispetto al mutuo a tasso fisso classico e superiore di soltanto 1% rispetto a quello variabile che comporta sempre una rata imprevedibile.

In Inghilterra, che è un paese molto più sofisticato del nostro per i mutui casa, i mutui rinegoziabili sono ormai l’unica scelta per la clientela. Sono disponibili per durate di 2, 3 o 5 anni e alla scadenza vengono quasi sempre rinegoziati. I mutui fissi per 30 anni non esistono quasi più e sono fortemente disincentivati dalle banche inglesi. In Italia, sono stai importati  da Woolwich e Abbey National, ma negli ultimi anni vengono anche proposti anche da Credem, tramite l’intermediario Credipass, Unicredit e ING Direct NV sui siti online. Sono molto vantaggiosi ed hanno un buon successo in termini di richieste, essendo disponibili anche per la sostituzione di vecchi mutui.

Quindi, a prescindere da chi vincerà le elezioni, il consiglio è “flessibilità” unita a “sicurezza”.

di Edoardo Merenda – www.mutuiperlacasa.com

Continua a leggere

Articolo precedente

Lasciare il mutuo in eredità? Ecco come fare

Articolo successivo

Tutto fermo. La BCE non alza il tasso ufficiale di sconto.