Rispondere alla domanda “che mutuo posso permettermi?” non è mai semplice, per via del fatto che più sono le variabili in gioco, maggiori sono le sfumature che può assumere la risposta. Età, stipendio, patrimonio posseduto, finanziamenti in essere, momento storico e tipologia di tasso rappresentano elementi che devono essere presi in considerazione per poter avere una risposta quanto più precisa possibile. Cerchiamo di chiarire questi aspetti per rispondere alla domanda.
“Che mutuo posso permettermi?”: quali aspetti influenzano la domanda
Ci sono moltissime risposte possibili alla domanda “Che mutuo posso permettermi“. Di seguito i fattori più importanti da considerare per aumentare le possibilità di ricevere credito da una banca:
- Età: sembrerà scontato dal momento che il mutuo giovani si può ottenere fino a 35 anni compiuti, va da sé però che per durate particolarmente lunghe (30 e 40 anni) il fattore anagrafico incide parecchio. La banca calcola la capacità di rimborso fino all’età pensionabile, motivo per cui difficilmente a 40 anni si otterrà un mutuo della durata di 40 anni. Minore l’età del richiedente, maggiori sono i prodotti richiedibili.
- Reddito: generalmente la rata mensile non supera il 30-35% della busta paga, per evitare di appesantire eccessivamente la situazione del mutuatario nella vita di tutti i giorni. Un salario minore permette rate inferiori e quindi un capitale iniziale minore.
- Altri finanziamenti: avere altri debiti in corso riduce l’importo della rata da sostenere mensilmente e quindi anche l’importo totale del mutuo. In un’epoca in cui tutto è rateizzato questo aspetto assume un’importanza strategica: per quanto possibile meglio arrivare al momento della stipula del contratto con quante meno rateizzazioni da saldare (auto, abbonamenti, televisore, telefonino ecc). Anche se piccoli importi, sommati tolgono la possibilità di destinare quei soldi alla rata del mutuo e di conseguenza all’importo richiesto alla banca.
Nonostante questi aspetti siano i primi da dover prendere in considerazione, esistono altri fattori vagliati dalla banca prima di concedere il finanziamento e calcolare l’importo totale. Eccoli:
- Garante: la presenza di un fideiussore aumenta le probabilità di ottenere un finanziamento ma non ne aumenta l’importo complessivo. Funge da garanzia per la banca in caso di insolvenza del debitore originario.
- Momento storico: in periodi di tassi particolarmente bassi o negativi (come quelli post 2014) le rate mensili diventano più abbordabili, anche per importi considerevoli. Sia il fisso che il variabile garantiscono interessi bassi che sarà più facile rimborsare. Nel caso del tasso variabile, inoltre, la rata sarà sensibilmente più bassa rispetto a quanto ipotizzato: questa riduzione consente un’eccedenza, una liquidità aggiuntiva che può formare un discreto ammontare da destinare al risparmio oppure al rimborso del mutuo, andando a ridurre il numero di rate da pagare.
- Patrimonio: le banche valutano l’affidabilità creditizia dei mutuatari anche sui loro possedimenti diversi dall’immobile preso in considerazione per il finanziamento. Un’altra abitazione o un terreno rappresentano un plus nella probabilità di ottenere credito.
- Propensione al rischio: chi decide di optare per il variabile può ottenere, a parità di rata, un importo maggiore o una durata minore a parità di capitale.
Il calcolo del capitale ottenibile partendo dalla rata non è dei più semplici. Meglio affidarsi ad un comparatore, in grado di calcolare in pochi istanti le richieste fino ad ottenere quella più plausibile. Inoltre è possibile visualizzare immediatamente i prodotti disponibili sul mercato nel momento del calcolo.