Analisi sulla ripresa dei mutui per la casa

Nel 2010 i mutui per la casa sono cresciuti grazie alle nuove erogazioni di sostituzione e surroga dei vecchi mutui per la casa.   Siamo gli spettatori di una limitata ripresa economica dei mutui per la casa, ma è ancora viva l`incertezza sui tempi di un recupero della situazione prima della crisi economica.   Con […]

Nel 2010 i mutui per la casa sono cresciuti grazie alle nuove erogazioni di sostituzione e surroga dei vecchi mutui per la casa.

 

Siamo gli spettatori di una limitata ripresa economica dei mutui per la casa, ma è ancora viva l`incertezza sui tempi di un recupero della situazione prima della crisi economica.

 

Con la legge Bersani chi ha stipulato dei mutui per la casa potrà gestire meglio il proprio mutuo, avendo la possibilità di cambiarlo gratuitamente con uno a tasso più vantaggioso.

Ha avuto un impatto anche il mercato immobiliare con la diminuzione dei prezzi insieme ai bassi tassi di interesse.

 

Il Credito al consumo è stato bloccato dai consumi di beni durevoli, diminuiti nel 2010 del -7,5% mentr i mutui per la casa sono aumentati.

Il 2010 è stato un anno di lieve ripresa dalla crisi economica sopratutto nel settore dei mutui per la casa, complice anche un alto tasso di disoccupazione che si aggira al 30% per i giovani laureati e l’ 8% per la restante popolazione.

 

Grazie alla prudenza degli istituti bancari è stata impedita una implosione dei mutui per la casa in Italia, come è successo in America, dal punto di vista del credito alle famiglie per l` acquisto della casa.

 

Le famiglie in Italia sul fronte dei mutui per la casa sono meno indebitate della media europea, con un rapporto rispetto al reddito disponibile che nel primo semestre 2010 era del 65%, contro il 97% a marzo 2010 per la media dell`area Euro e il 155% del Regno Unito nel 2009.

 

Le famiglie sono più mature nell` acquistare i mutui per la casa, e grazie alla nuova normativa sul credito al consumo dell’ Unione Europea le famiglie saranno sostenute, considerando gli oneri passati e prospettici, la volatilità del risparmio, i consumi familiari, il rischio di credito, l`evoluzione del debito complessivo dei richiedenti.

 

Vi è un divario tra nord, centro e sud. Da una parte abbiamo Bolzano, Cremona, Trento e Verona. Dall`altra abbiamo Brindisi, Carbonia, Iglesias e Foggia. Una bella differenza tra province ricche del Centro-Nord, che si indebitano ben oltre la media nazionale, e quelle povere delle Isole e del Sud. 

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