Mutui: Lo spread è sceso ma non sui mutui.

Ci hanno spiegato in questi ultimi mesi di “non-governo” che se lo spread tra il Bund tedesco e i BTP non fosse sceso, i tassi sui mutui e prestiti non sarebbero calati di conseguenza. Ma non è successo. Gli spread sono scesi fino a 250 punti (2,5%), la BCE ha ridotto e mantenuto ad oggi […]

Ci hanno spiegato in questi ultimi mesi di “non-governo” che se lo spread tra il Bund tedesco e i BTP non fosse sceso, i tassi sui mutui e prestiti non sarebbero calati di conseguenza. Ma non è successo. Gli spread sono scesi fino a 250 punti (2,5%), la BCE ha ridotto e mantenuto ad oggi i tassi fino allo 0,50%, minimo storico da quando esiste l’euro, l’euribor/’ target=’_blank’>Euribor è allo 0,11% da 4 mesi ormai, e i mutui in Italia sono ancora concessi con spread al 3%.

C’è uno strano fenomeno che si verifica nella determinazione del tasso sui mutui. Infatti, nel 2009, a parità di condizioni, gli spread sui mutui erano compresi tra l’1 e l’1,30%, l’euribor/’ target=’_blank’>Euribor a 3 mesi era fissato al 2% e l’IRS a 25 anni al 4% circa. Ciò comportava una Tasso annuo nominale sui mutui a tasso variabile compreso tra il 3 e il 3,3%, mentre sui tassi fissi tra il 5 ed il 5,50%.

Oggi, che il costo del denaro è praticamente a zero, con un indice euribor/’ target=’_blank’>Euribor pari allo 0,11% e un parametro IRS a 25 anni, utilizzato per i mutui a tasso fisso con questa durata, al 2,41%, con questi spread folli al 3%, ne viene fuori che i mutui a tasso variabile vengono erogati, per una triste verità matematica, sempre con un Tasso annuo nominale al 3% per i variabili, e al 5,50% per quelli a tasso fisso.

In pratica, ciò che ne deriva da questa semplice analisi di comparazione di Mutuiperlacasa.com è che a prescindere dal costo del denaro, euribor o altro, il tasso sui mutui resta sempre uguale.

Lo spread sui mutui, è il guadagno della Banca, il margine, per intenderci.

La strana situazione in cui ci troviamo è come se ad un produttore di mobili, volendo fare un paragone, il costo della materia scendesse e questi, anziché ridurre i prezzi al consumo per diventare più competitivo, li lasciasse inalterati aumentando solo il suo guadagno, il suo spread, per intenderci.

Questa però è una situazione in cui, solo chi non ha nessun concorrente, può permettersi di gestire. Lasciare i prezzi inalterati senza risentirne. Del resto il mercato è solo il suo e può decidere il prezzo che più gli conviene. Così ci guadagna di più e stop.

Forse sarebbe il caso di permettere ad altri di aprire altri negozi di mobili? O suonare alla porta del garante della concorrenza e chiedere informazioni?

 

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