Mutui: il preferito è il tasso variabile

Siamo reduci da una crisi economica mondiale dei mutui per la casa,sia a tasso variabile che fisso.   Le banche italiane,dopo la crisi delle banche americane dovuti ai mutui subprime, sono diventate sempre più selettive nella concessione di mutui prima casa, mutui seconda casa, mutui per consolidamento, mutui per liquidità, mutui a tasso fisso, mutui […]

Siamo reduci da una crisi economica mondiale dei mutui per la casa,sia a tasso variabile che fisso.

 

Le banche italiane,dopo la crisi delle banche americane dovuti ai mutui subprime, sono diventate sempre più selettive nella concessione di mutui prima casa, mutui seconda casa, mutui per consolidamento, mutui per liquidità, mutui a tasso fisso, mutui tasso variabile, mutui tasso bariabile con cap, ecc; Con l’ unico scopo di evitare grandi perdite sul rimborso dei mutui come è avvenuto con le banche extra-europee.

 

Gli istituti che erogano il 100% del valore dell’ immobile sui I mutui per la casa sono molto rari.

 

Il tasso, sia il tasso fisso che il tasso variabile, non sono più ai minimi come qualche anno fa, e le offerte di surroga mutui e sostituzione mutui a seguire.

 

Stupisce invece un’analisi di mutui online, dove afferma che la percentuale dei mutui surroga e sostituzione arriva al 40% del totale erogato, senza tener conto se fatti  a tasso variabile o tasso fisso.

 

 

Come sta il tasso variabile?

 

Questo rialzo del tasso variabile sui mutui per la casa posiziona l’indicatore più usato per il calcolo delle rate sui mutui per la casa tasso variabile su un livello quasi doppio rispetto al tasso variabile ufficiale dell’ Eurozona, all’1% e anticipa il prossimo rialzo del costo del denaro che la BCE adotterà il 7 aprile. 

 

Come sostiene un report di mutui online: «In Italia la situazione mostra ancora segnali di debolezza interni, nonostante alcuni dei principali indicatori del mercato finanziario e dei mutui tasso variabile evidenzino un notevole miglioramento» dice il rapporto.

 

E’ molto gettonato il tasso variabile con il CAP, ovvero quel tasso variabile con il tetto massimo che non si potrà mai superare. Infatti in previsione del rialzo dei tassi euribor/’ target=’_blank’>Euribor, il variabile con il cap è tornato “di moda” dopo il boom tra il 2009 e il 2010, quando questo prodotto era circa il 30% sull`erogato complessivo.

 

L’analisi continua con alcuni dati interessanti: la durata media di un mutuo è 25 anni, con durate più lunghe al nord (26 anni) e più brevi al sud (24 anni).

 

Un’altra analisi fatta da Kiron ha analizzato circa 6000 mutui stipulati alla fine del 2010 con le scelte più gettonate: circa il 48% dei casi si è preferito un mutuo tasso variabile puro rispetto ad un mutuo tasso variabile con il cap, quindi accollandosi un maggior rischio, il 32% ha preferito star tranquillo scegliendo il tasso variabile cap, il 18% ha optato per un tasso fisso e il restante 2% ha optato per un tasso variabile con opzione (i cosidetti misti).

 

Fonte: IlSole24Ore

Continua a leggere

Articolo precedente

Pesce d’Aprile: tasso variabile e mutuo

Articolo successivo

Mutui per la casa: come sta il tasso Euribor?