Mercato: mutui in crescita, BCE agevola la ripresa ma quali ancora gli ostacoli?

Continuano a giungere dati estremamente incoraggianti dal mercato mutui: l’’ABI negli ultimi quattro mesi ha registrato un incremento dei mutui acquisto prima casa del 26.5%, dato che emerge da un confronto con lo stesso periodo dello scorso anno dove rilevavamo un calo del 14,7%. Possiamo allora parlare di reale inversione di tendenza? Gli specialisti del […]

Continuano a giungere dati estremamente incoraggianti dal mercato mutui: l’’ABI negli ultimi quattro mesi ha registrato un incremento dei mutui acquisto prima casa del 26.5%, dato che emerge da un confronto con lo stesso periodo dello scorso anno dove rilevavamo un calo del 14,7%.

Possiamo allora parlare di reale inversione di tendenza? Gli specialisti del settore sembrano esserne certi, anche se alcune zone d’’ombra continuano ad offuscare questi incoraggianti sprazzi di luce.

La Banca Centrale Europea sta dando un contributo rilevante affinché la tanto attesa ripresa economica arrivi: con una recente manovra ha difatti abbassato nuovamente il tasso di interesse ed ha annunciato nuovi interventi laddove questo nuovo ed  inaspettato taglio non garantisse i risultati sperati.

Per favorire la concessione di mutui e prestiti ha stanziato, inoltre, 400 miliardi di euro, dal quale potranno attingere i vari istituti bancari nella misura massima del 7% dei propri impegni: l’’operazione denominata T-LTRO  (target long-term refinancing operation) garantirebbe l’’erogazione di prestiti agevolati  della durata di quattro anni, l’’importo potenzialmente finanziabile dalla BCE dipenderebbe anche dall’’entità dei mutui erogati alle famiglie, che rientrano ovviamente negli impegni sopra menzionati.

La BCE ha, inoltre, stabilito che il tasso corrisposto alle banche per le cosiddette operazioni overnight (operazioni che scadono il giorno successivo) sarà per la prima volta negativo (-0,1%): le banche lasciando ferme delle somme nelle casse della Banca Centrale Europea non percepirebbero interessi ma dovrebbero sostanzialmente pagarne, questo dovrebbe essere da incentivo e stimolo per le banche per le erogazioni di mutui e per fornire nuovamente credito a privati ed aziende, tali operazioni, infatti, garantirebbero un guadagno derivante da interessi consistentemente più elevati.

Ma qualcosa nell’’intero meccanismo continua ad incepparsi, perché la ripresa non è totale?

Sono molti a ritenere che le banche continuano a non recepire del tutto positivamente questi “input”, non sono, aggiungerei, in parte comprensibilmente, disposte a correre rischi: le richieste di mutuo e le erogazioni hanno indiscutibilmente subito un incremento, ma, gli istituti di credito promuovono e accolgono per lo più richieste di mutuo acquisto che prevedono un’erogazione a fronte di un valore immobiliare di gran lunga inferiore al canonico 80%.

Le numerose campagne promozionali, che, accomunano Unicredit, Ing BankChe Banca, BNL e ancora Deutsche Bank, Banca Popolare di Milano e molte altre, sono orientate su uno spread vantaggiosissimo per le richieste non superiori al 50%-60%, pretendono, appunto, al fine di  limitare il più possibile il rischio, che, chi richieda il mutuo inserisca una consistente liquidità nell’’operazione di compravendita.

A questo punto il costante calo del prezzo degli immobili e tutte le offerte mutui ben vengano, ma, è chiaro che a godere di tale situazione è solo una piccolissima parte del popolo dei mutuatari, la maggior parte non dispone di una liquidità tale, e, quindi, deve inesorabilmente restare a guardare nell’attesa che la situazione migliori ulteriormente.

Simona Castaldo

MutuiperlaCasa

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