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Ereditare un immobile: imposte ipotecaria e catastale

L’ammontare delle imposte ipotecaria e catastale si calcola a partire del valore catastale dell’immobile. Cosa sono? Come si calcolano? Scopriamolo insieme.

Quando si riceve in eredità una casa, è necessario farsi carico di alcune imposte. Oltre alle tasse di successione, esistono le imposte ipotecaria e catastale.

Che cos’è l’imposta ipotecaria?

L’imposta ipotecaria è un’imposta da versare ogni qual volta avviene un passaggio di proprietà di un immobile, quindi quando è presente l’iscrizione di un vincolo su di esso, che può essere l’ipoteca. Tale imposta è dovuta quando si diventa proprietari di un immobile tramite vendita, donazione o passaggio di successione, per cui diventa necessario eseguire una trascrizione, iscrizione o rinnovazione presso i pubblici registri immobiliari. L’imposta ipotecaria è obbligatoria per tutti ed è effettuabile utilizzando il modello F23 o F24. Se invece il trasferimento è eseguito dallo Stato o a favore di Regioni, enti o fondazioni riconosciute legalmente, l’imposta non deve essere versata.

Che cos’è l’imposta catastale?

Similmente alla prima, anche l’imposta catastale è da pagare in caso si acquisisca un immobile, sia dietro compenso che tramite donazione o eredità o in caso di usufrutto. L’imposta catastale ha caratteristiche molto simili all’imposta ipotecaria e, come per quest’ultima, non è obbligatoria in caso di trasferimenti immobiliari dello Stato o donazioni a favore di regioni o ONLUS. I modelli da utilizzare corrispondono a quelli indicati per l’imposta ipotecaria (F23 o F24).

Come si calcolano le imposte ipotecaria e catastale?

L’ammontare delle imposte ipotecaria e catastale si calcola a partire del valore catastale dell’immobile. Il valore catastale dell’immobile è il risultato della rendita catastale moltiplicata per il coefficiente corrispondente al tipo di immobile in questione.

Una volta ottenuto il valore catastale dell’immobile è possibile determinare l’imposta ipotecaria, corrispondente al 2% di questo, e l’imposta catastale corrispondente all’1%, con un versamento minimo di 200 euro per ciascuna imposta. Ad esempio per un appartamento del valore di 100.000 euro al momento della morte, l’imposta ipotecaria ammonterà a 2.000 euro, e quella catastale sarà di 1.000.

In caso di immobile non di lusso classificato come prima casa, entrambe le imposte dovute saranno di importo fisso di 200 euro a imposta. Inoltre, in caso di immobili acquistati presso asta giudiziaria, le imposte di registro, ipotecaria e catastale saranno scontate a quota fissa di 200 euro, anziché essere calcolate con le percentuali valide negli altri casi.

Quando NON si pagano le imposte di trascrizione o catastale?

L’imposta ipotecaria, detta anche di trascrizione, e l’imposta catastale, sono dovute esclusivamente in caso di successioni di beni immobili, pertanto, i beni ereditati definibili di altra natura rispetto a quella immobile non sono passibili di tassazioni ipotecarie o catastali. Un altro caso che non prevede il versamento delle imposte di trascrizione e catastale è la successione degli immobili appartenenti all’azienda di famiglia, se a ereditare sono i discendenti e il coniuge.

Oltre alle imposte ipotecaria e catastale, in caso di acquisizione di un immobile, esistono altre imposte da tenere in considerazione. Tra queste ovviamente l’imposta di successione, ed inoltre l’imposta di registro.

L’imposta di successione

In caso di morte del titolare di un bene, questo è trasferito agli eredi secondo testamento o secondo successione legittima. La dichiarazione della successione deve avvenire non oltre i 12 mesi dalla morte del titolare presso l’Agenzia dell’entrate, mediante l’utilizzo del modello 4. L’imposta di successione si calcola a partire da tre aliquote distinte a seconda del grado di parentela, con relative franchigie.

Nello specifico: aliquota del 4% per figli e coniugi con franchigia a 1.000.000 di euro; al 6% per fratelli e sorelle con franchigia a 100.000 euro e parenti fino al 4° grado ma senza franchigia; all’ 8% sui conviventi o altri soggetti. Per eredi disabili la franchigia è di 1.500.000 euro. Questo significa che, se l’eredità dei figli non supera il milione di euro, questi non sono tenuti a versare un’imposta di successione. Tra i beni esclusi da questa tassazione ricordiamo: Titoli di Stato e di Debito pubblico, inclusi i Buoni del Tesoro, Aziende familiari, Società di capitali con sede in Italia (a patto che gli eredi proseguano per almeno 5 anni l’attività) e TFR.

L’imposta di registro

L’imposta di registro è un contributo dovuto in caso di obbligo o volontà del cittadino di mettere agli atti un documento presso un registro pubblico affinché questo sia ufficiale ed il suo contenuto non possa più essere modificato. L’imposta di registro è indiretta ed è proporzionale al valore dell’atto che si registra. Per esempio, dal primo gennaio 2014 ammonta al 2% per l’acquisto della prima casa e al 2% nei contratti di locazione. La registrazione è obbligatoria per: gli atti compiuti in Italia, i contratti di locazione e gli atti avvenuti fuori dal territorio italiano per trasferimenti simili ai sopracitati. Anche per questa tassazione il modello da utilizzare è F23 o F24

Potrei camminare per ore e non stancarmi mai, sono social e travel blogger e ciò che mi rende felice mi piace condividerlo su Instagram. Sogno l’America e la green card. Scrivo di mutui per aiutare le persone a vivere meglio nella casa in cui vivono.

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