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Mutui: cos’è cambiato dall’inizio della crisi ad oggi?

A qualche anno dallo scoppio della crisi dei mutui subprime in America e le conseguenze economiche globali è opportuno domandarsi come abbia risposto il sistema del credito durante anni di stretta creditizia, deflazione, tassi impazziti e fiducia ai minimi storici da parte dei consumatori, nonostante il grande bisogno di liquidità.

Salgono i tassi sui mutui: cos’è cambiato nel 2006?

L’andamento dell’Euribor dal 1999 in poi è piuttosto emblematico: nel 2006 le prime voci di un sistema immobiliare americano afflitto da bolla speculativa trova riscontro nella crescita dei tassi di interesse che “fiutano” un sistema finanziario eccessivamente carico di titoli tossici legati a mutuatari insolventi. In questo periodo storico l’accesso al credito è piuttosto facile e i mutui vengono sottoscritti senza le dovute garanzie (soprattutto in America) mettendo in pericolo il mercato del credito di tutto il mondo. E’ nel 2006, e fino al 2008, che il tasso Euribor, riferimento per il tasso variabile, raggiunge valori dal 3 fino oltre il 4.50% costringendo i mutuatari al pagamento di rate mensili eccessivamente pesanti.

In questo momento il sistema creditizio registra la prima contrazione: dopo anni di concessione del credito si giunge ad un triennio (2006-2008) di progressiva e sempre più marcata riduzione, fino quasi al congelamento del credito al consumo all’apice della crisi dei tassi (autunno 2008). Nonostante l’inizio nel 2009 della decrescita dei tassi, i rubinetti degli istituiti finanziari rimasero piuttosto serrati nonostante un domanda marcata, complice anche il contagio del sistema finanziario ai danni dell’economia reale, che si tramuterà in diminuzione della produzione, incremento dei default e deflazione.

Scendono i tassi sui mutui: cos’è cambiato nel 2015?

Dopo lo scoppio della crisi del debito sovrano in Europa (2010) vengono messe in atto azioni per contrastare il crollo dei consumi e della produzione: la BCE, guidata da Mario Draghi, dopo un paio di tentativi che non portano ai risultati sperati, opta nel 2015 per l’introduzione del Quantitative Easing (QE): un’iniezione consistente e costante di liquidità nel sistema bancario (60 miliardi di euro al mese) con l’obiettivo di alleggerire la stretta creditizia su famiglie e imprese e dar così adito ad una decisa ripresa economica. I tassi già intorno allo zero tra il 2012 e il 2014 subiscono un’ulteriore flessione: per la prima volta dalla sua introduzione l’Euribor tocca e sprofonda sotto la parità.

Nonostante una ripresa economica che stenta pressoché in tutta Europa dopo anni di restrizioni, nel 2015 si registra il boom di mutui erogati. Con tassi di riferimento negativi o nulli l’accesso al credito risulta oltremodo appetibile e possibile per una grossa fetta di famiglie che da un paio d’anni a questa parte cominciano a sostenere la domanda interna, lanciando la volata alle imprese, a loro volta pronte a sostenere gli investimenti e a rilanciare la produzione.

Le prime indicazioni di ripresa economica in Italia si intravedono nel 2017, periodo di frenetica attività nel mondo dei mutui, con le surroghe tra i prodotti più richiesti. Inoltre, come da dichiarazioni di Mario Draghi, il QE continuerà (dimezzato a 30 miliardi di euro al mese) almeno fino a Settembre 2018, producendo tassi ancora molto vantaggiosi, sia per le opzione fissa che variabile: è questo ancora un ottimo momento per accedere al credito, vista la disponibilità del sistema bancario e le condizioni favorevoli che questo periodo storico permette di spuntare.

 

Scrivo di mutui perché sogno di poterne fare uno. Adoro gli indovinelli; sai come si fa a tenere una persona sulle spine? Dopo te lo dico…