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Sui mutui l’Italia deve avere spread minori

I mutui negli ultimi 2 anni non stanno vivendo una situazione positiva per quel che riguarda i tassi di interesse, così come per quel che riguarda l`erogazione. Le cause sono attribuite a diversi fattori, dallo spread bancario, alla scarsa liquidità delle banche, nonostante i livelli dei parametri europei euribor/’ target=’_blank’>Euribor, tasso Bce (costo del denaro) ed Eurirs siano i più bassi da sempre.
Eppure, l`Italia meriterebbe uno spread molto inferiore a quello attuale. La situazione non è proccupante, ha assicurato il ministro dell`Economia, Fabrizio Saccomanni, parlando con la stampa italiana a conclusione del G20 Finanze e Lavoro a Mosca. Complessivamente, ha ricordato il Ministro del Tesoro, lo spread italiano è rimasto su livelli a cui era prima e le aste dei titoli di stato sono andate bene. L`obiettivo sostenuto dall`Italia di riattivare i canali del finanziamento a lungo termine anche attraverso forme innovative e alternative, come i credit fund, ha trovato ampio consenso. Saccomanni ha ricordato la necessità di esplorare meglio i canali di finanziamento della Bei e delle banche di sviluppo nazionale, come la Cassa depositi e prestiti.
 
Sui mutui casa, lo spread è il ricarico che fanno le banche, una parte della quota interessi del mutuo insieme a quella relativa al parametro euribor/’ target=’_blank’>Euribor o IRS per il tipo di finanziamento scelto e a quella relativa alle spese accessorie: quando lo spread Btp-Bund era alto a causa della scarsa fiducia sui conti pubblici italiani, anche quello sui mutui era cresciuto proprio perché le banche italiane dovevano “marginare” sui clienti per le difficoltà nella raccolta di denaro dalle fonti europee; perché allora, visto che adesso lo spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi si è grandemente ridotto, quello bancario sui mutui non scende?
 
Di certo, il crollo del mercato immobiliare e dei prezzi delle case influisce. Se l`immobile è la garanzia principale per un mutuo, risulta ovvio che meno compravendite e valori più bassi siano un grave elemento di disturbo. Il fatto poi che l`euribor/’ target=’_blank’>Euribor, indice per i mutui a tasso variabile, sia a livelli minimi è positivo, ma essendo un parametro che fa riferimento ai tassi di interesse che le banche applicano al denaro che prestano dai loro depositi, ne consegue che da questo canale hanno meno introiti e dunque alzano, tra le varie voci, gli spread sui mutui che pagano i clienti.
 
Ultimo elemento è la concorrenza. Proprio gli spread bancari dei mutui concessi anni fa erano decisamente bassi (anche sotto lo 0,60%, mentre ora siamo a circa il 3%) per via della concorrenza e delle diverse condizioni economico-finanziarie che sussistevano. Putroppo quei mutui sono quasi un peso per le banche che, ancora, si rifanno sui clienti che fanno nuove richieste. 
E dopo tutto questo, sicuramente non aiuta anche la decisione della Standard & Poor`s di tagliare il rating italiano.
Anche se qui occorre che il Financial stability board deve prendere una decisione definita per rendere meno dipendenti dalle agenzie di rating le scelte degli investitori e dei mercati sui governi nazionali.