Mutui e TAEG: definizione e significato

TAEG è l’acronimo di Tasso Annuo Effettivo Globale; conosciuto anche come ISC (Indice/Indicatore Sintetico di Costo) rappresenta il costo effettivo dell’operazione di finanziamento. A differenza del TAN (Tasso Annuo Netto) che indica il tasso annuo di interessi da pagare sul capitale rimanente, il TAEG include anche i costi e le spese sostenute per aprire e portare a termine la pratica. Se quindi il TAN indica semplicemente gli interessi annui dovuti, limitati al mero interesse sul capitale residuo, il TAEG ingloba anche l’incidenza delle spese accessorie sul costo totale del mutuo per il debitore.

Attenzione però alle assicurazioni non obbligatorie: queste infatti non rientrano nei parametri che influiscono sul TAEG. Tali parametri sono:

  1. Commissioni d’incasso;
  2. Assicurazioni obbligatorie;
  3. Spese istruttoria della pratica;
  4. Imposte;
  5. Bolli statali;
  6. Spese conto corrente di appoggio (se obbligatorio per ottenere il mutuo).

Cos’è il TAEG e come si applica sul mutuo

Il TAEG è quindi un indicatore espresso in forma percentuale, un tasso sì ma puramente virtuale, non utilizzato quindi per il calcolo degli interessi sul mutuo. Serve quindi a dichiarare il costo globale del prestito al momento della stipula del contratto.

Spesso è il TAEG sul mutuo a determinare la scelta di un istituto o di un altro. In condizioni simili infatti, con tassi pressoché identici tra le varie banche per uno stesso prodotto, la scelta del nostro mutuatario sarà influenzata dalle spese accessorie della pratica (spese di istruttoria, imposte di bollo, ecc). Queste spese possono differire notevolmente da un istituto ad un altro, finendo per influenzare la nostra scelta verso il prodotto con il TAEG più basso, ovvero quello che si propone come il prodotto complessivamente meno costoso.

Il fatto che il TAEG sul mutuo sia un fattore chiave nella scelta del prodotto lo testimoniano i comparatori online di mutui, i quali elencano i prodotti corrispondenti alla nostra ricerca ordinandoli dal TAEG minore al maggiore. L’obiettivo del TAEG è infatti quello di rappresentare, nel modo più completo possibile, il costo del finanziamento.

Quando il TAEG non è indicato nel contratto

Dal Luglio 1992 un Decreto Ministeriale ha stabilito le modalità per il calcolo del TAEG (o ISC) e vige l’obbligo per gli intermediari finanziari, in base alle norme sulla trasparenza bancaria, di indicare sempre il costo complessivo dell’accesso al credito, inserendo nei contratti questo indicatore.

Qualora dovesse verificarsi il caso di TAEG non indicato nel contratto, comportando un caso di grave vizio genetico, il contratto sarebbe nullo e perderebbe pertanto la sua valenza. Il TUB (Testo Unico Bancario) all’art.117 comma 8 (pag. 218) infatti parla chiaro: “I contratti difformi sono nulli. Resta ferma la responsabilità della banca o dell’intermediario finanziario per la violazione delle prescrizioni della Banca d’Italia”.

TAEG errato o difforme

In caso invece di TAEG errato o TAEG difforme da quello pubblicizzato, la legge imputa una gravità inferiore rispetto alla sua assenza dal contratto. In questa situazione quindi il contratto continuerebbe ad avere valenza, e quindi a produrre i suoi effetti, tuttavia sarebbe nulla la sola clausola riguardante gli interessi.

In pratica il contratto è valido ma non per la parte riferita agli interessi, alla loro determinazione ed al loro importo, che quindi debbono essere ricalcolati al “il tasso nominale minimo e quello massimo, rispettivamente per le operazioni attive e per quelle passive, dei buoni ordinari del tesoro annuali o di altri titoli similari eventualmente indicati dal Ministro dell’economia e delle finanze, emessi nei dodici mesi precedenti la conclusione del contratto o, se più favorevoli per il cliente, emessi nei dodici mesi precedenti lo svolgimento dell’operazione” così come indicato all’art. 117 comma 6 del TUB (pag. 218).

Qualora il contratto fosse già posto in essere e avesse già iniziato a produrre i suoi effetti (il mutuatario avesse già iniziato il piano di rimborso) il debitore ha diritto agli interessi pagati in eccedenza, ricalcolati sulla base dei tassi BOT (Buoni Ordinari del Tesoro).

TAEG usuraio: cosa significa

Il TAEG usuraio si verifica quando questi supera un valore stabilito trimestralmente dalla Banca d’Italia. Questo valore è il TEG (Tasso Effettivo Globale), un indicatore limite sopra il quale la richiesta di interessi è considerata usura; questo tasso è un tasso ex-post, calcolato alla fine di un periodo o del finanziamento.

È pertanto impossibile stabilirlo all’inizio, a differenza del TAEG, che è invece un tasso ex-ante (determinabile a priori). La presenza di un tasso eccedente quello indicato come limite d’usura rende nullo il contratto del finanziamento.